16/01/14

Se siete in attesa di un “Collasso Economico”, vi basta guardare cosa sta succedendo in Europa.
Da Michael Snyder di The Economic Collapse blog, 08/01/2014.

Se attendete con ansia l’arrivo del “collasso economico”, vi basta aprire gli occhi e osservare ciò che sta accadendo in Europa. L’intero continente è, in questo preciso istante, un gigantesco caos economico. I livelli di disoccupazione e povertà sono al massimo, le vendite delle automobili sono al minimo e vi è un oceano di prestiti in sofferenza e conti in rosso in ogni direzione. Negli ultimi sette anni, l’attenzione è stata concentrata sulle difficoltà economiche di Grecia, Spagna e Portogallo e le cose continuano senza dubbio a peggiorare in tali nazioni.

Ma nel 2014 e nel 2015, l’Italia e la Francia cominceranno a trovarsi sotto i riflettori. La Francia è la quinta potenza economica mondiale e l’Italia la nona e, in questo momento, le economie di entrambi gli stati stanno cadendo a pezzi. C’è da attendersi che sia la Francia che l’Italia guadagneranno le prime pagine per il resto del 2014. Ho sempre sostenuto che la prossima grande ondata del collasso dell’economia avrà inizio in Europa, ed è esattamente ciò che sta accadendo. 

Le seguenti sono solo alcune delle statistiche che mostrano che un “collasso economico” sta avendo luogo in Europa proprio in questo momento…

-Il tasso di disoccupazione globale dell’eurozona è ancora stabile al massimo storico del 12,1 percento.

-In Italia, il tasso di disoccupazione si è impennato al nuovo record storico del 12,7 percento.

-Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è balzato al 41,6 percento.

-Il livello di povertà in Italia è in questo momento il massimo mai registrato.

-Molti analisti si attendono una rilevante difficoltà economica in Italia nei prossimi due anni. Il Presidente della Repubblica italiano sta mettendo apertamente in guardia da una “diffusa tensione e agitazione sociale“ nel proprio paese nel 2014.

-Citigroup ha stimato che il rapporto tra debito pubblico e PIL dell’Italia supererà il 140 percento entro il 2016.

-Citigroup ha stimato che il rapporto tra debito pubblico e PIL della Grecia supererà il 200 percento entro il 2016.

-Citigroup ha stimato che il tasso di disoccupazione in Grecia raggiungerà il 32 percento nel 2015.

-Il tasso di disoccupazione in Spagna è ancora stabile al massimo storico del 26,7 percento.

-Il tasso di disoccupazione giovanile in Spagna è ora al 57,7 percento – ancora più alto che in Grecia.

-La percentuale di prestiti in sofferenza in Spagna è cresciuta per otto mesi consecutivi ed ha recentemente raggiunto un nuovo massimo storico pari al 13 percento.

-Il numero di nuovi mutui in Spagna è sceso del 90 percento dall’apice del boom immobiliare.

-Il tasso di disoccupazione in Francia è aumentato per 9 trimestri consecutivi e si è recentemente elevato a un nuovo massimo in 16 anni.

-Nel 2013 le vendite di automobili in Europa erano sul punto di toccare il minimo livello annuo mai registrato.

-La Deutsche Bank, probabilmente la più importante banca tedesca, è la banca d’Europa che utilizza la più alta leva finanziaria (60 a 1) e possiede circa 70 trilioni di dollari di esposizione a strumenti derivati.

L’Europa sta realmente vivendo un incubo economico, e non farà che peggiorare.

Sarebbe difficile esprimere a parole l’estrema disperazione che provano in questo momento i lavoratori disoccupati in tutta Europa. Non essere in grado di sostentare la propria famiglia e non riuscire a trovare un impiego, nonostante l’impegno profuso, può essere davvero devastante.
Per avere un’idea del livello di disperazione in Spagna, date un’occhiata al seguente aneddoto da un recente articolo di NPR...

Avete difficoltà a comprendere lo sconcertante problema della disoccupazione nell’Europa meridionale?
Non guardate al di là di un singolo negozio di arredamento Ikea sulla costa mediterranea della Spagna.
Il progetto di aprire un nuovo megastore l’estate prossima nei pressi di Valencia. Lunedì scorso, Ikea ha cominciato a raccogliere le richieste di lavoro per 400 posti nel nuovo negozio.
L’azienda non era preparata a ciò che sarebbe accaduto.
Nel giro di 48 ore, più di 20.000 persone si sono registrate online per questi 400 posti. Il volume di richieste ha causato il blocco dei server Ikea in Spagna.
Naturalmente ciò dovrebbe ricordarvi quanto ho scritto ieri. Stiamo cominciando a vedere questo genere di accese competizioni per posti di lavoro mal retribuiti anche negli Stati Uniti.
Man mano che le condizioni economiche globali continueranno a degenerare, la situazione diventerà ancora più difficile per coloro che si trovano in fondo alla catena alimentare economica. 

I tassi di povertà sono destinati a salire, anche nelle aree in cui non ci si aspetta che possa accadere. Infatti, un nuovo studio ha scoperto che la povertà è già cresciuta in maniera costante in Germania, che è considerata la più forte economia dell’intera eurozona…

Qualche giorno prima delle festività natalizie, la Joint Welfare Association ha pubblicato uno studio sullo sviluppo regionale della povertà in Germania nel 2013 intitolato “Tra prosperità e povertà—un test del punto di rottura”. Lo studio confuta la propaganda ufficiale secondo cui la Germania non è stata quasi toccata dalla crisi e costituisce un’oasi di prosperità in Europa.
Secondo lo studio, la povertà in Germania ha “raggiunto un triste record massimo”. Intere città e regioni sono cadute in una crisi economica e sociale sempre più profonda. “Le forze centrifughe sociali e regionali, misurate in base allo spread dei redditi, sono aumentate sensibilmente in Germania dal 2006,” riporta. La Germania sta affrontando “un test del punto di rottura”.

Naturalmente la povertà continua ad esplodere anche da questa parte dell’Oceano Atlantico. Negli Stati Uniti, il tasso di povertà è rimasto al 15 percento e oltre per tre anni di seguito. E’ la prima volta dal 1960 che ciò accade.

E questo è solo l’inizio. L’avventatezza estrema di banche europee quali la Deutsche Bank e di banche statunitensi quali JPMorgan Chase, Citibank e Goldman Sachs sta infine provocando una catastrofe finanziaria ben peggiore di quella che abbiamo affrontato nel 2008.
Quando questa crisi arriverà, il flusso di credito si congelerà sensibilmente e l’attività economica andrà in stallo. Disoccupazione, povertà e tutti i nostri attuali problemi economici si accentueranno molto, ma molto di più.

Quindi, per quanto male si siano messe le cose ora, la verità è che questo non è ancora niente paragonato a quello che sta per arrivare.


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